Obbedienza massonica

   E’ un termine usato in massoneria con un duplice significato, quello di un’organizzazione massonica (Ordine Massonico, Gran Loggia, Grande Oriente) oppure di un comportamento di sottomissione, di soggezione, o di deferenza.

   Qual è l’origine di questo termine? L’etimologia ci risponde che nasce dal latino oboedientia, in particolare, dall’unione del prefisso ob- = dinnanzi col verbo audere = ascoltare

Nella traduzione letterale, quindi,  obbedire significa ascoltare chi sta dinnanzi, in altri termini, prestare ascolto. Si presta ascolto a chi riveste un ‘autorità, un potere, ad un superiore o ad un capo, quindi. Questo presuppone ed evidenzia un rapporto gerarchico, verticale, di distribuzione del potere, tanto è vero che l’obbedienza la si ritrova in ambienti gerarchizzati come quelli militari, religiosi, burocratici, e in certi ambienti massonici.

   In riferimento alle associazioni massoniche, il termine “obbedienza” si riscontra nel Vocabolario della lingua italiana Treccani con plurisignificato, tra cui l’  “adesione a un’ideologia, a una direttiva politica, a un partito e similari”, usato soprattutto nell’espressione di obbedienza (specificata da un agg.); tale accezione trova eco nel Vocabolario della lingua francese Le Robert, dove viene indicata una duplice definizione: 1.) ubbidienza  (di un religioso) a un superiore ecclesiastico; 2. Fedeltà ad una potenza spirituale, politica. Anche nel vocabolario della lingua spagnola della Real Academia Española si riscontra lo stesso significato.

   Ma il lemma “obbedienza” è assente nel Vocabolario della lingua inglese Collins, sia nella versione britannica che in quella americana; ed è assente anche nel Vocabolario della lingua tedesca Duden. Questo significa che sia nel Regno Unito che negli U.S.A. e in Germania per indicare una organizzazione massonica non si usa il termine “obbedienza”, come in Italia, Spagna e Francia. 

   Perché questa differenza tra lingue anglosassoni e lingue latine? La risposta più plausibile è che il termine “obbedienza” nel suo duplice significato di ubbidienza e di organizzazione, applicato al contesto massonico, è di derivazione francese dalla costituzione degli Alti Gradi: in altri termini, dallo scozzesismo, diffondendosi nei paesi in cui forte è stata l’impronta scozzesista come l’Italia e la Spagna, oltre ovviamente la Francia. Negli altri paesi dove si è meglio radicata l’impostazione inglese con la Craft (ciò che in italiano, francese e spagnolo, viene indicato l’Ordine) e non il sistema scozzesista, il termine “obbedienza” non viene usato.

  Secondo Luigi Pruneti, acclarato studioso di esoterismo e di storia massonica, nonché Gran Maestro dell’Ordine Massonico Tradizionale Italiano, il termine “obbedienza” dovrebbe essere riservato alle organizzazioni massoniche che praticano il Rito Scozzese Antico e Accettato dal 1° al 33° grado senza soluzione di continuità, mentre per le altre, che praticano i gradi dal 1° al 3° dell’Ordine, si dovrebbe adottare più appropriatamente il termine “Comunione”: 

  «Questo concetto di obbedienza massonica, nasce in Francia dove alcuni fratelli, abbagliati dal mito templare e da San Bernardo, il santo sponsor e protettore di quei cavalieri medioevali, s’ispirarono alle regole monastiche per coniare la definizione di obbedienza. Con tale termine intendevano l’adesione a una tradizione storica, tradizionale e di specifico latomistico. Pertanto essere all’obbedienza del Grande Oriente di Francia significava aderire alle sue costituzioni, ritrovarsi nella sua storia, apprezzare il pensiero laico e sociale di siffatta comunione. In seguito il termine fu inteso letteralmente, come soggezione totale a capi e capetti, eliminando così il primo e fondamentale pilastro portante della massoneria: la libertà. In virtù di questa concezione s’iniziò a considerare le logge come dei corpi periferici che dovevano adeguarsi al pensiero del vertice. In pratica dovevano omologarsi alle idee uniche e indiscutibili, discese dall’alto; insomma, s’istaurò il regime della dottrina delle conformità, impostato su stereotipi. Da ciò ne derivò un’accettazione ecclesiale e le logge cessarono di essere nuclei autonomi di idee, di iniziative, di confronto talvolta effervescente. Così facendo esse divennero dei luoghi di aggregazione parrocchiali ove non si andava al di la di una squallida catechesi pseudo-massonica. È evidente che ciò depauperasse i vari istituti latomistici di intelligenze.  Inoltre, la prassi del termine obbedienza ha mostrato attualmente un’accezione decadente di gerarchia e sottomissione inammissibile in un contesto sociale improntato a valori di democrazia e uguaglianza».

   Su questa scia, Aldo Alessandro Mola, il decano degli studiosi di storia massonica in Italia, ha individuato, a sua volta, nel termine “Comunità” il più adeguato al contesto massonico.

   Ma tali disquisizioni filologiche sono relative al contesto italiano. In Francia, patria dello scozzesismo, il termine “obbedienza” si usa indistintamente sia per una struttura verticistica di tipo scozzesista, sia per una struttura orizzontale come l’Ordine. Secondo due prestigiosi studiosi, Alain Bauer e Roger Dachez, infatti, “le obbedienze sono le organizzazioni che federano logge blu e le rappresentano all’esterno”. Tale definizione è stata adottata da Wikipedia, libera enciclopedia popolare, per indicare il lemma non solo in lingua francese ma anche in altre lingue.

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