Il 2 giugno 1882 moriva a Caprera nel letto della sua modesta casa Giuseppe, Garibaldi, “primo massone d’Italia”, già Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, poi Gran Maestro Onorario dello stesso, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente Nazionale d’Egitto, e per ultimo, nel 1881 Gran Ierofante del Rito di Memphis.
Insomma, una leggenda vivente sia in ambito massonico che in quello profano. Si organizzava, quindi, il funerale, e volendo dare ossequio alle disposizioni dell’illustre defunto si avviarono i preparativi per la cremazione della sua salma, come da precise disposizioni in vita. In fatti, in tempi non sospetti, fin dal 1870 l’Eroe dei Due Mondi aveva confidato al colonnello Bordone la volontà di essere cremato, atto che formalizzò nel 1877 in una lettera, dando precise disposizioni da attuare dopo la sua morte. Ci si riferisce alla lettera scritta da Caprera il 27 settembre 1877 a Giovanni Battista Prandina, suo amico e medico personale, massone della Loggia “La Ragione” di Milano, dal seguente tenore:
Mio Carissimo,
Voi gentilmente vi incaricate della cremazione del mio cadavere: ve ne sono grato.
Sulla strada che da questa casa conduce verso tramontana alla marina, alla
distanza di 300 passi a sinistra vi é una depressione di terreno limitata da un muro.
Su quel canto si formerà una catasta di legno di due metri, con legna di acacia,
lentisco, mirto ed altre legna aromatiche. Sulla catasta si poserà un lettino di ferro,
e su questo la bara scoperta, con dentro gli avanzi adorni della camicia rossa.
Un pugno di cenere sarà conservato in un’urna qualunque, e questa dovrà essere
posta nel sepolcreto, che conserva le ceneri delle mie bambine Rosa e Annita.
Vostro sempre
G. Garibaldi
Volontà che Garibaldi ebbe modo di reiterare verbalmente in occasione di un incontro col Prandina a Napoli, che questi riferì. Una curiosità: Garibaldi distingueva la abbruciatura dalla cremazione, e lui voleva essere bruciato, non cremato: «Capite bene. In quei forni che si chiamano crematori non ci voglio andare». Il Padre della Patria immaginò per sé un’uscita solenne da questo mondo, una dipartita da eroe omerico, consunto all’aria aperta dal fuoco di legni odorosi e simbolici (acacia, lentisco e mirto).Tuttavia la sua volontà non fu rispettata, la salma non fu cremata. Si sospettò del potente “calcolo del prete anche nella Terza Roma”.
Perché non fu fatta la cremazione?
Lo svelarono due giornali, il Bersagliere ed il Roma, una settimana dopo: gravi ragioni di opportunità politico-religiosa. Anche se personalmente Agostino De Pretis era favorevole c’era da considerare che la cremazione era ancora agli albori, una novità di costume ancora estranea alla sensibilità culturale degli italiani, dominati dal verbo religioso fortemente contrario a tale pratica perché contraria alla propria tradizione e teologia, oltre che proveniente dalle trame anticristiane della diabolica Massoneria.
Era un periodo in cui l’anticlericalismo raggiunse il suo acme con un Gran Maestro come Adriano Lemmi ed un papa come Leone XIII, che emanò l’enciclica Inimica Vis contra la scellerata setta. Di conseguenza, pareva sconsigliabile la presenza a tale cerimonia di un principe reale come Umberto e dei rappresentanti della Camera e del Senato “ad un atto che turba moltissime coscienze in Italia”. Pertanto, a fronte della opposizione della vedova, Francesca Armosino, e dei familiari, che invece intendevano ossequiare la volontà dell’illustre estinto, fu inviato il fratello on. Francesco Crispi per spiegare a Menotti Garibaldi le motivazioni per cui sarebbero state assenti le massime autorità dello Stato.
Francesca Armosino e Giuseppe Garibaldi
Quale fu la fine della salma? Dopo un ricco funerale in una giornata di tregenda, la salma fu imbalsamata, nonostante vivaci polemiche con i cremazionisti, tra cui Carducci che sbottò: «Gli gnomi hanno schiaffeggiato la volontà dell’Eroe». Fu una mazzata per il Grande Oriente, che premeva per la cremazione della preziosa salma, ma soprattutto per il movimento cremazionista italiano, che vedeva sfumata una grande opportunità pubblicitaria per la cremazione.
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