Cosa è la Loggia o il Tempio Massonico?

  La Loggia è per definizione di James Anderson, l’autore delle Costituzioni del 1723, nel terzo paragrafo dei Doveri, “un luogo dove i massoni si riuniscono e lavorano. Di conseguenza, questa Assemblea  o Società dei Massoni debitamente organizzata è chiamata Loggia”. Quindi, la parola loggia indica contemporaneamente il luogo di riunione dei massoni e l’insieme dei massoni riuniti in tale luogo. Ora, natura di tale luogo di riunione si è modificata nel tempo: dalle riunioni nelle taverne si è passati alle Case massoniche.

  Nella prassi comune, la Loggia o il Tempio massonico è il luogo della Casa massonica in cui i membri della loggia si riuniscono ritualmente, ovvero praticano il rito tramite il rituale che lo disciplina. Altri ambienti che compongono la Casa massonica sono il vestibolo o, come viene definita nella ritualità scozzesista, la “Sala dei Passi Perduti” dove i membri della loggia si intrattengono quando non sono all’interno dalla sala rituale; la Camera o Gabinetto di Riflessione, che è una piccola stanza colorata e arredata simbolicamente, dove il candidato all’iniziazione/ricezione sosta per riflettere e redigere il suo testamento filosofico; una stanza adibita a segreteria; una stanza da adibire a deposito per arredi e strumenti necessari alla ritualità dei vari gradi; oltre, ovviamente, ai servizi igienici.

  Viene definito Loggia o Tempio, a seconda della ritualità, e quindi dell’impostazione seguita. Pertanto, se si segue una ritualità di tipo iniziatico-esoterica come quella scozzesista o egizia, quindi spiritualista, il luogo di riunione rituale si chiamerà “Tempio”; se, invece, si segue una ritualità di tipo laico, come quella francese o inglese, si chiamerà “Loggia”. La prima impostazione fa riferimento al tempio del re Salomone, luogo di manifestazione del divino in un’area sacrale, di epoca biblica; la seconda impostazione fa invece riferimento alla costruzione accessoria e precaria, usata come ricovero di attrezzi e luogo di riunione dei liberi muratori, adiacente alla costruzione principale (cattedrale o castello) di epoca medioevale.

  La Loggia, o il Tempio massonico,  ha una valenza puramente  simbolica, ma il simbolo in essa è molto più di un semplice ornamento artistico per rappresentare qualcosa. 

  La distinzione tra Loggia e Tempio non è solo terminologica ma  di contenuti, in quanto la simbologia adottata è differente, seppure con alcune sintonie: per esempio, nella simbologia cromatica, in un tempio scozzese c’è la predominanza del colore rosso, in una loggia francese la predominanza è dell’azzurro, in un tempio egizio la predominanza è del giallo, in una loggia inglese la predominanza è del blu; i simboli del tempio scozzese o egizio, che rappresentano sincreticamente varie tradizioni (egizia, greco-romana, ebraica) sono più numerosi di quelli presenti nella loggia francese o inglese, esclusivamente aderenti alla tradizione muratoria.

  Nel mondo d’oggi si dà per scontato che per fare attività massonica sia indispensabile avere la disponibilità di un locale da adibire a Tempio o Loggia per le riunioni rituali, e per arrivare a questo risultato si impiegano risorse economiche non esigue. Infatti, non solo bisogna procurarsi il locale, ma bisogna strutturarlo e arredarlo per il fine proposto, e quindi gestirlo, prevedendo spese fisse e straordinarie. Tuttavia, per raggiungere lo scopo dell’esperienza iniziatica, basterebbe attrezzare un locale con le necessarie sedie e banchetti (per dignitari e/o ufficiali di loggia) ponendo al centro dello stesso un tappeto o quadro di loggia, che contenga i simboli del grado in cui ci si riunisce. E’ così, infatti, che si riunivano le prime logge massoniche del ‘700, come risulta dalle eloquenti stampe dell’epoca che, ben osservate, ci fanno riflettere molto sulla ritualità adottata. 

Tali illustrazioni evidenziano la dimensione, oggi sconosciuta nella pratica, dei tappeti o quadri di loggia: mediamente un metro e mezzo di larghezza per tre metri di lunghezza. Ed il luogo di riunione più consueto era la sala di un piano alto di una taverna. 

  Solo dopo qualche anno, con l’ingresso dell’aristocrazia nelle logge, entrò anche l’idea di sontuosità, che in Francia era accompagnata a quella degli “alti gradi”, e quindi l’esigenza di una struttura stabile e arredata, dedicata alle riunioni rituali. Per le massonerie che seguono la via esoterico-iniziatica, in particolare, la dedicazione del tempio si compie con un rito chiamato “consacrazione”, scandito da apposito rituale. Da qui, la distinzione sull’operatività delle differenti esperienze massoniche: per la via esoterico-iniziatica il lavoro rituale nel tempio favorisce l’incontro con se stessi e col “sacro” (considerato dai critici un surrogato liturgico della religione); per altri, invece, il lavoro rituale rappresenta una “agorà”, ovvero un luogo di confronto, di stimolo, di apprendimento tra le varie opzioni del pensiero umano ai fini di uno sviluppo personale, e, per alcuni modelli, sociale.

  Chi gestisce la ritualità durante le riunioni della loggia? La tradizione massonica ha tramandato alcune figure a tal riguardo, a seconda dei modelli rituali seguiti. Comunque, c’è da precisare che il gestore della ritualità, come qualsiasi altro Ufficiale di Loggia (membro a cui la Loggia ha consegnato un incarico), dipende dalle disposizioni impartite dal Maestro Venerabile., e nell’ambito di tali disposizioni ritaglia il ruolo come codificato dal rituale. Nella ritualità inglese, è prevista la figura del “Direttore delle Cerimonie” e di un “Assistente del Direttore delle Cerimonie”; nella ritualità scozzesista ed egizia, è prevista la figura del “Maestro delle Cerimonie” e in misura residuale e occasionale quella dell’”Esperto”; nella ritualità francese, al contrario della scozzesista, è prevista la figura del “Grande Esperto” e in misura residuale quella del “Maestro delle Cerimonie”.

E’ da rimarcare che ciascuna di queste impostazioni trae legittimità da una propria tradizione storica.